In questo articolo trattiamo le tre guerre puniche che opposero i Romani contro Cartagine tra il 264 e il 146 a.C. per il dominio sul Mediterraneo.
Indice
Prodromi
Sin dalla fondazione della Repubblica nel 509 a.C., Roma e Cartagine erano state legate da accordi commerciali. Questi accordi si tradussero in una vera e propria alleanza nella guerra contro Pirro. Appena dopo la conquista romana di Taranto, tuttavia, i rapporti tra le due potenze iniziarono a deteriorarsi.
Roma, che era sempre e solo stata sino ad allora una potenza territoriale, iniziava a guardare con interesse alle possibilità economiche legate al commercio marittimo.
Cartagine
Di fondazione fenicia intorno al IX sec a.C., Cartagine era col tempo andatasi affermando come un impero commerciale marittimo. Ai tempi dello scoppio della Prima Guerra Punica, Cartagine controllava le coste dell’odierna Tunisia, la parte meridionale della Spagna, le isole Baleari come pure Corsica, Sardegna e la parte occidentale della Sicilia.
Governato da un Senato costituito dalle casate più potenti, oltre ad un grosso esercito, costituito sia da Punici che da truppe mercenarie, l’impero cartaginese aveva la più possente flotta di tutto il Mediterraneo.
Prima Guerra Punica – 264-241 a.C.
L’occasione per lo scoppio tra le due potenze si verificò intorno durante il III sec. a.C.. Un gruppo di mercenari provenienti dalla Campania, chiamati Mamertini1 aveva preso Messina, all’epoca polis greca. I Mamertini si erano poi dati alle scorribande e alla pirateria, entrando in aperto conflitto con i Cartaginesi.
I Romani, in difesa dei mercenari, entrarono in guerra con i Punici. Sebbene la superiorità nel corpo a corpo dei Romani fece sì che, almeno sulla terraferma il favore della guerra andasse loro, quest’ultima non poteva concludersi finché non fosse stata sconfitta la flotta cartaginese. La flotta romana, non paragonabile a quella punica, si dotò di una sorte di ponte levatoio, detto corvo, grazie al quale le navi romane potevano agganciare quelle cartaginesi. In questo modo i soldati potevano combattere come sulla terraferma.
Grazie a questo stratagemma Cartagine fu sconfitta nella battaglia navale di Milazzo, nel 260 a.C.. La guerra tuttavia continuò per altri venti anni, sino al 241. In questi due decenni un esercito romano guidato dal console Attilio Regolo, diretto vero le coste puniche, fu annientato, come pure furono annientati i rinforzi a seguire. Anche Cartagine mostrò iniziativa, con il generale Amilcare Barca che, pur conseguendo diverse vittorie, non ne ottenne mai una decisiva. La superiorità terrestre dei Romani continuava nel frattempo ad essere esercitata in Sicilia, dove, poco a poco, tutta la resistenza cartaginese venne annientata. Senza il presidio siculo, Cartagine non poteva più sostenere la guerra contro Roma, che di conseguenza vinse.
La fine della guerra: la Sicilia diventa la prima provincia romana
Il conflitto impoverì le casse puniche a tal punto che Cartagine non potette fare a meno di dichiararsi sconfitta. I Romani imposero condizioni pesanti di resa:
- i Cartaginesi dovevano abbandonare la Sicilia, che divenne quindi la prima provincia romana;
- dovevano restituire i prigionieri;
- pagare un’ingente riparazione di guerra.
Seconda Guerra Punica – 219-202 a.C.
Il trattato di pace del 202 a.C.
Al termine della Seconda Guerra Punica, Roma impone a Cartagine nel trattato di pace (202 a.C.) le seguenti condizioni :
- la restituzione della Numidia a Massimissa;
- il divieto di dichiarare guerra senza l’approvazione di Roma;
- un enorme risarcimento di 10000 talenti euboici2 e il mantenimento finanziario dell’esercito romano sino a tre mesi dopo la firma del trattato di pace;
- la perdita di tutti i territori extra-libici;
- il disarmo totale, all’infuori di solo 10 navi da guerra.
Terza Guerra Punica – 149-146 a.C.
L’ultima delle tre guerre puniche si traduce con la distruzione totale di Cartagine. Cartagine, dal canto suo, si atteneva in maniera ligia e rigorosa a tutte quelle condizioni imposte dai romani alla fine della Seconda Guerra Punica nei trattati di pace del 202 a.C.. La capitale punica era però continuamente vessata da Massimissa, re di Numidia. Roma non intervenne mai direttamente nella protezione di Cartagine. Anzi, il delegato e censore Marco Porcio Catone, inviato in Africa nel 157 a.C., convinse il Senato che i cartaginesi si preparavano a respingere gli attacchi dei Numidi allestendo un nuovo esercito. In questa occasione tradizione vuole che Catone pronunciò la famosa frase:
Carthago delenda est.
Cartagine deve essere distrutta.
Nel 150 a.C. Cartagine risponde agli attacchi dei Numidi di Massimissa dichiarando guerra. Roma ottiene il casus belli che cercava. Cartagine ha infatti violato gli accordi di pace 202 a.C., che le impedivano di dichiarare guerra senza il consenso di Roma. Inoltre, i romani volevano evitare Massimissa allargasse eccessivamente i suoi domini, andando a sostituire Cartagine nella competizione per il dominio nel Mediterraneo.
Nel 149 a.C. sia apre dunque la terza delle guerre puniche. Questa si risolve con l’assedio di Cartagine da parte delle legioni romane guidate da Publio Cornelio Scipione l’Emiliano, che nel 146 a.C. prende e rade al suolo Cartagine. Roma si appropria di tutti i territori cartaginesi e nasce la provincia d’Africa.
Tabella riassuntiva delle Guerre Puniche
Legenda: vittoria romana, vittoria cartaginese.
Guerra | Inizio | Fine | Eventi bellici |
Prima Guerra Punica | 264 a.C. | 241 a.C. |
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Seconda Guerra Punica | 218 a.C. | 202 a.C. |
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Terza Guerra Punica | 149 a.C. | 146 a.C. | assedio e conquista di Cartagine (149-146 a.C.) |