In questo articolo trattiamo del metodo metacognitivo, un tipo di teoria psicologica dell’apprendimento nato intorno agli anni ’70 del Novecento.
Indice
L’idea centrale del metodo metacognitivo
L’idea alla base di questo metodo è il concetto secondo il quale l’apprendimento diventa più efficace se l’attività cognitiva viene accompagnata da una attività di auto-riflessione.
Le fasi dell’attività metacognitiva
Una tipica situazione di apprendimento si verifica quando l’insegnante da allo studente un compito da svolgere. Svolgere dei compiti è certamente un’attività cognitiva. Tuttavia, è anche possibile che, nello svolgimento dei compiti, lo studente rifletta sulla natura e sulla riflessione del compito. È importante capire che la riflessione in questo caso si colloca su un livello più alto.
Generalmente un’attività metacognitiva si divide nelle seguenti fasi:
- Comprendere la natura del compito, da cui la metacomprensione. Non sto solo capendo cosa devo svolgere, ma anche il tipo di esercizio.
- Scegliere il modo in cui risolvere il compito. Posso utilizzare quanto mi è stato insegnato e che ricordo (metamemoria) o inventare di sana pianta un metodo di risoluzione nuovo, come nel caso dell’insight.
- Saper gestire il tempo che ho a disposizione. Questa variabile può farmi decidere per una strategia risolutiva o per un’altra, in base al tempo di esecuzione che stimo.
- Prevedere gli esiti della mia scelta, sempre in funzione del tempo.
- Controllare l’esecuzione, ovvero controllare che i passi della mia soluzione siano ben eseguiti e che tutto proceda in maniera coerente e valida.
- Valutare il risultato, ovvero comprendere se la mia risoluzione mi ha portato al risultato richiesto dal compito.
Metacomprensione e carte speciali
Comprendere, dal punto di vista metacognitivo, significa capire di aver capito. È infatti possibile aver capito come eseguire un compito, pur non rendendosi conto del fatto che la richiesta è mal formulata. Questo avviene non di rado nei bambini in età prescolare.
La studiosa Ellen M. Markman riporta l’esempio del gioco che coinvolge un mazzo di carte. Il gioco consiste nel dividere un mazzo di carte tra il bambino e un adulto. A turno il primo e il secondo scoprono una carta e il vincitore è quello che ha scoperto il maggior numero di carte speciali. Il difetto di metacomprensione da parte del bambino è legato al fatto che, pur eseguendo il gioco, non comprende la criticità dell’assenza di una spiegazione a riguardo di cosa sia una carta speciale.
Metamemoria
Supponiamo che un bambino abbia ben presente una strategia per risolvere un problema che gli viene posto, ma che non colleghi quella strategia alla soluzione di quel particolare problema, imbarcandosi così in una strategia non adeguata.
Secondo il metacognitivismo situazione di questo genere vanno ricomprese nel concetto di metamemoria. La metamemoria è la capacità di conoscere la propria memoria. Gli studiosi metacognitivisti individuano due componenti della metamemoria:
- La capacità di distinguere tra compiti che necessitano il richiamo alla memoria da compiti che non lo richiedono.