In questo articolo trattiamo la storia antica del popolo degli Ebrei, dal 2000 a.C. al 539 a.C., anno della fine della cattività babilonese.
Indice
La terra di Canaan
Per terra di Caanan si intende quel territorio costiero che attraversa Siria, Libano, Israele e Palestina. Essendo una regione di confine, la sua importanza è legata alla sua posizione geografica, tra Egitto e Mesopotamia, come pure al fatto che lungo essa sorsero diverse città portuali, importanti per il commercio nel Mediterraneo.
Tra le città più importanti della terra di Canaan dobbiamo certamente ricordare Gerico, vicina a Gerusalemme.
Il monoteismo
La Palestina era originariamente occupata da una popolazione di pastori seminomadi, gli Ebrei. La loro specificità era quella di aver adottato un culto monoteista, incentrato sull’adorazione di Yahwe. Secondo la tradizione, gli Ebrei sarebbero il popolo eletto, poiché avrebbero formato con il loro dio un’alleanza.
Il dio degli ebrei, oltre ad essere unico, è anche eterno e creatore di tutto ciò che esiste. Egli inoltre è spirituale1 e non può essere oggetto di rappresentazione, poiché ogni sua rappresentazione sarebbe inadeguata. Lo stesso nome di Dio, Yahwe, non poteva esser pronunciato. Il dio degli Ebrei giudicava inoltre la condotta terrena degli uomini, destinandoli al paradiso o alla Geenna, l’equivalente dell’inferno.
La Bibbia
Il testo sacro degli Ebrei è la Bibbia1, composta tra il X ed il I secolo a.C.. I temi trattati in essa sono disparati: si parla di cosmogonia2, di filosofia e, soprattutto, di precetti morali ancora oggi seguiti da una buona parte della popolazione mondiale.
Da Abramo ai patriarchi
L’arrivo in Palestina degli Ebrei, stando alla fonte biblica, è dovuto inizialmente ad Abramo. Inizialmente gli Ebrei erano insediati vicino Ur ma, dopo l’alleanza con Dio, Abramo guidò gli Ebrei alla terra promessa, ovvero la Palestina. Alla guida del popolo ebraico, dopo Abramo, arrivò suo figlio, Isacco e poi Giacobbe3. Giacobbe a sua volta ebbe dodici figli, che sarebbero diventati i 12 patriarchi delle tribù in cui gli Ebrei
si divisero. Così iniziò l’età dei patriarchi.
La schiavitù e l’esodo degli Ebrei
Intorno al 1700 a.C. la Mesopotamia conobbe un periodo di carestie che spinse gli Ebrei a spostarsi in Egitto, che, in quel periodo4, si trovava a fronteggiare la minaccia degli Hyksos.
Inizialmente ben accolto, il popolo ebreo fu poi schiavizzato dagli Egizi, sino alla loro liberazione intorno al 1250 ad opera di Mosè, che diede inizio all’esodo che, dopo alcuni decenni li avrebbe portati finalmente nella terra di Canaan, abitata dai Filistei. Famosi sono i miti biblici riguardanti Mosè, come l’aver ricevuto da Dio sul Monte Sinai le Tavole della Legge, sulle quali erano scritti i Dieci Comandamenti e il miracoloso traversamento del Mar Rosso.
Affermazione degli Ebrei in Palestina: da Saul a Salomone
Nei primi decenni gli Ebrei combatterono con i Filistei per il dominio sulla Palestina, ma tale lotta non ebbe alcun esito se non quando Saul riuscì a riunire politicamente le 12 tribù, fondando così il Regno di Israele (1000 a.C.). In seguito il regno passò nelle mani del figlio David (1000-962 a.C.) che sconfisse in maniera definitiva i Filistei e fece di Gerusalemme la capitale del regno ebraico. Dopo David il potere passò nelle mani del figlio Salomone fu famoso per la sua equità e per il suo senso di giustizia. A lui si deve la costruzione del tempio di Gerusalemme, il tempio di Salomone, nel quale sarebbe custodita l’Arca dell’Alleanza, che conterrebbe le Tavole della Legge.
La divisione del regno, i profeti e la cattività babilonese
Alla morte di Salomone il Regno di Israele si divise in due:
- il Regno di Israele, con capitale Samaria;
- il Regno di Giuda, con capitale Gerusalemme.
Questi Regni, così divisi, subirono sia attacchi da nemici interni, sia crisi interne, dovute al disaccordo e alla decadenza morale, contro la quale si scagliarono i profeti. Infine gli il Regno di Israele fu occupato dagli Assiri (722 a.C.), mentre quello di Giuda fu conquistato da Nabucodonosor II (586 a.C.) che distrusse il tempio di Salomone, trafugò l’Arca e schiavizzò la popolazione, dando iniziò ad un periodo di 50 anni noto come cattività5 babilonese.
La fine della cattività babilonese e l’attesa per il Messia
La cattività babilonese finirà poi con la conquista dell’impero babilonese da parte di Ciro II il Grande nel 539 a.C., che permetterà agli Ebrei di ritornare in Palestina. Ad ogni modo gli Ebrei, pur conservando una forte identità religiosa e culturale, non ritorneranno ad essere indipendenti dal punto di vista politico, pur avendo fede in un Messia che avrebbe dato loro la Terra promessa.