In questo articolo trattiamo la figura di Friederich Nietzsche (1844-1900), filosofo tedesco a cui si lega la nozione di oltreuomo.
Indice
Biografia e opere
Biografia
Opere e loro periodizzazione
Periodo giovanile – 1872-1876
L’apollineo e il dionisiaco
Nell’opera La nascita della tragedia dallo spirito della musica. Ovvero: grecità e pessimismo (1872), Nietzsche introduce la distinzione tra due categorie fondamentali:
- l’apollineo: esso è quell’atteggiamento formale, che tende all’astrazione, caratterizzato dal rifiuto del divenire e cristallizzantesi nelle forme della scultura e della poesia epica.
- Il dionisiaco: è quell’atteggiamento di slancio vitale e di accettazione senza remore del divenire. che si esprime nella creatività della musica e della lirica.
La tesi dominante tra i filologi ai temi di Nietzsche vedeva nell’apollineo la caratteristica dominante della cultura greca. Il filosofo tedesco ha invece un’idea differente, secondo la quale i Greci da sempre conobbero il disordine, le atrocità, le estasi, il caos.
Il Greco conobbe e sentì i terrori e le atrocità dell’esistenza: per poter comunque vivere egli dovette porre davanti a tutto ciò la splendida nascita sognata dagli dei olimpici.1
Dal passo di Nietzsche si comprende come, stando all’interpretazione dell’Autore, l‘apollineo nasca come reazione al dionisiaco. Stando alla ricostruzione filologico-filosofica del pensatore, dopo un periodo di separazione, dionisiaco e apollineo si armonizzarono, in particolare nella tragedia attica, i cui maggiori esponenti furono Sofocle ed Eschilo.
Tuttavia, in una fase successiva, inizia una periodo di decadenza. I soggetti delle tragedie non sono più degli eroi che vivono, sintetizzandolo, il conflitto tra dionisiaco e apollineo. Nelle tragedie di Euripide il protagonista è l’uomo comune, e la narrazione non è che una catena razionali di eventi. In questa fase l’apollineo schiaccia, sino ad annichilire, il dionisiaco, oltre che con la tragedia di Euripide, anche e soprattutto con Socrate. Con Socrate infatti trionfa l’atteggiamento razionalizzante che uccide la componente istintuale. All’uomo tragico si sostituisce quello teoretico.
Accettare la vita
Il prevalere dell’apollineo è in realtà un atteggiamento di fuga verso il mondo e da un rifiuto della vita, soprattutto dei suoi aspetti più tragici. Davanti alla concezione delle vita come (anche) teatro della crudeltà, dell’ingiustizia, del caos, similmente a Schopenhauer, pone l’uomo davanti a una scelta:
- fuggire dal mondo, e dunque rifiutare la vita. Questo è il caso, come abbiamo già affermato, dell’apollineo, della riduzione della via agli aspetti razionali o ultramondani, come nel caso della filosofia o della religione, o fuggire dal mondo mediante l’ascesi, come nel caso di Schopenhauer da cui pure Nietzsche si distacca.
- accettare la vita per quella che è, essere, come afferma Nietzsche, “fedeli alla terra”. Approfondiremo questo tema parlando nella prosecuzione della lezione.
La storia
L’altra opera fondamentale del periodo giovanile sono le Considerazioni inattuali. In particolare, nella seconda di esse, intitolata Sull’utilità e il danno della storia per la vita (1874), il filosofo si scaglia contro lo storicismo. Secondo Nietzsche il soffermarsi eccessivamente sulla storia può causare una inibizione dello slancio creativo dell’umanità. Non solo, l’umanità a lui contemporanea soffrirebbe di quella che Nietzsche chiama una “coscienza epigonale2“, rifacendosi ai modelli del passato. Proprio il vivere nel passato comprometterebbe la capacità di vivere il presente.
Il filosofo distingue tre tipi di storia:
- Monumentale: tipica di coloro i quali cercano modelli nel passato, non trovandone nel presente. Il rischio di questo tipo di storia è la riscrittura o l’omissione, al fine di abbellimento, di alcuni fatti o aspetti del passato.
- Antiquaria: tipica di coloro i quali si vedono come figli del tempo passato e, nel passato, trovano l’interezza della propria identità. Il rischio di questo tipo di storia è la resistenza alla produzione di qualcosa nel presente.
- Critica: tipica di coloro i quali rompono con il passato, sentendo la necessità di ricominciare, di creare qualcosa di nuovo. Il rischio di questo tipo di atteggiamento antistorico è perdere qualsiasi comprensione del passato, credendo di poterlo recidere “con il coltello”.
Per Nietzsche nessuno di questi tipi di storia è sufficiente da solo, piuttosto, essi vanno integrati.