La Francia da Richelieu a Mazzarino – 1610-1661

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In questo articolo trattiamo il governo di Richelieu e di Mazzarino nella prima metà del Seicento in Francia.

Dalla morte di Enrico IV a Richelieu – 1610-1624

Le guerre di religione in Francia si erano chiuse con l’editto di Nantes del 1598 e con l’ascesa al potere di Enrico di Navarra, che assunse il nome di Enrico IV e si convertì al cattolicesimo. Il regno di Enrico IV finì dopo un breve periodo. Il sovrano fu infatti vittima di un omicidio perpetrato da un fanatico cattolico nel 1610.

L’erede, Luigi XIII, era ancora giovanissimo e, di conseguenza la reggenza fu della madre Maria de’ Medici sino al 1617. La Corona francese affrontava nuovamente un periodo di difficoltà dovuta all’assenza di un assenza di erede a maschio maggiorenne. La nobiltà cercava di affermarsi sulla corona come pure rispetto alla nobiltà di toga. Gli ugonotti, dal canto loro temevano che le libertà concesse con l’editto di Nantes potessero essere revocate, anche perché nel frattempo la Maria de’ Medici aveva combinato il matrimonio di Luigi XII con la figlia di re Filippo III di Spagna.

Intanto la nobiltà aveva chiesto e ottenuto per il 1614 la convocazione degli Stati Generali, composta dalla stessa nobiltà, dal clero e dalla borghesia (il “Terzo Stato”). In quest’occasione, come rappresentante del clero, emerse il duca di Richelieu, che seppe conquistare prima la fiducia di Maria de’ Medici e poi quella del sovrano, divenuto maggiorenne nel 1617. Nel 1624 Il re nominò Richelieu – che nel 1622 era stato fatto cardinale  – Primo Ministro del Consiglio di Stato.  Da quella posizione il cardinale avrebbe potuto esercitare un potere vastissimo.

Il governo di Richelieu – 1624-1642

Politica interna

La politica interna di Richelieu mirava all’accentramento dei poteri nelle mani del monarca.  In questo senso egli limitò l’autonomia militare degli ugonotti. Questi infatti possedevano diverse roccaforti, ma il cardinale fece cingere d’assedio e capitolare la principale tra esse, La Rochelle nel 1628. Non furono invece compromesse le libertà religiose.

Anche la nobiltà fu ridimensionata. In primo luogo il Primo Ministro fece giustiziare qui nobili che ordirono contro di lui delle congiure. In secondo luogo, tramite l’istituzione di intendenti reclutati tra le file della borghesia, limitò il potere locale dei nobili.

La politica economica e la repressione dei contadini

Rispetto ad altre potenze europee come l’Inghilterra e l’Olanda, la Francia si trovava in un significativo ritardo sul fronte commerciale. Richelieu potenziò la flotta e favorì anche la nascita di alcune compagnia commerciali sul modello di quelle olandesi e che operavano nelle colonie francesi d’oltre oceano. Le più famose furono la Compagnia della Nuova Francia, fondata nel 1627 e la Compagnia francese delle Indie occidentali del 1635.

Durante la prima metà del Seicento, la partecipazione della Francia alla Guerra dei Trent’Anni causò un inasprimento della pressione fiscale. Tale aumento gravò in particolar modo sui contadini. Scoppiarono diversi disordini e rivolte nelle campagne. Le rivolte più famose furono quella dei cronquant1 nel Périgord e quella dei nu-pieds 2 della Normandia. Richelieu le fece stroncare con la forza tra il 1936 e il 1640.

Politica estera

Anche la politica estera fu indirizzata verso il rafforzamento della monarchia. La preoccupazione di Richelieu era la stessa di Francesco I un secolo prima, ovvero che la Francia fosse circondata dai possedimenti degli Asburgo d’Austria e di Spagna. Una possibile via d’uscita fu l’imposizione in Italia, nel Ducato di Mantova e Monferrato, del candidato di Richelieu. Carlo Gonzaga-Nevers. Questa imposizione antiasburgica, avvenuta con una discesa in Italia nel 1629 guidata dallo stesso cardinale, suscitò l’ostilità dei cattolici francesi e di Maria de’ Medici. Tuttavia Richelieu poteva contare sull’appoggio di Luigi XIII. Questo evento rappresentò inoltre l’anticamera dell’intervento bellico francese del 1635 nella Guerra dei Trent’Anni.

Il governo di Mazzarino e le Fronde – 1642-1661

Alla morte di Richelieu, nel 1642, gli succedette in qualità di Primo Ministro un altro cardinale, l’abruzzese Giulio Mazzarino. Nel 1643 morì anche Luigi XIII. Luigi XIV, il futuro Re Sole, aveva all’epoca solo cinque anni. Mazzarino rimase nel solco tracciato dal suo predecessore: rafforzare il potere monarchico. Il nuovo Primo Ministro ci riuscì, ma dovette affrontare due ribellioni, la Fronda3 del parlamento e quella dei principi.

La Fronda parlamentare – 1648-1649

Il Parlamento di Parigi, l’antica corte di giustizia e archivio delle leggi emanate dal re, nel 1648 si oppose all’introduzione di una nuova tassa. Il regime fiscale francese era, del resto, pesantissimo, aggravato dalle frequenti carestie che colpirono il Paese.

Mazzarino rispose alla Fronda Parlamentare ordinando l’arresto dei capi della Fronda. Seguì a Parigi una protesta armata che indusse Mazzarino e tutta la corte a fuggire. Il tempo diede ragione al cardinale, poiché i frondisti, temendo una deriva popolare delle proprie rivendicazioni, assediati come erano dalle trulle del principe di Condé, si arresero in cambio dell’amnistia.

La Fronda dei Principi – 1650-1653

Una nuova Fronda avvenne nel 1650, i cui protagonisti furono i nobili feudali, il cui potere era stato ridimensionato prima dalla nobiltà di toga e poi dall’introduzione degli intendenti. La rivolta scoppiò quando Mazzarino ordinò l’arresto del principe di Condé, accusato di cospirare contro la monarchia in quanto passato all’opposizione. I rivoltosi chiesero anche aiuto alla Spagna. Tuttavia le truppe monarchiche sconfissero i ribelli, che di lì a poco furono indeboliti anche dal contrasto con il Parlamento. Mazzarino, che nuovamente si era allontanato da Parigi con la corte, poteva ritornare nella capitale francese già nel 1652 con la regina e Luigi XIV, che nel frattempo era divenuto maggiorenne.

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