In questo articolo illustriamo il pensiero di Giovanni Scoto Eriugena, filosofo irlandese massimo esponente della filosofia alto-medievale.
Indice
Cenni biografici e opere
Giovanni Scoto Eriugena (815-8871), fu un importante membro della Schola Palatina. A lui si deve l’introduzione del neoplatonismo greco in Occidente.
Il pensiero di Giovanni Eriugena
La sua opera più importante è lo De divisione naturae (Periphyseon). In questo scritto Giovanni Eriugena tratta del rapporto tra fede e ragione, affermando che la seconda deve servire da guida alla prima. La ragione, del resto, è pur sempre un dono divino. Come tale non può esservi contrapposizione tra fede e ragione.
Le forme della natura
Nella stessa opera, Eriugena espone la sua concezione della natura. Secondo il filosofo, natura è qualsiasi realtà cosmica, compreso il nulla dal quale tutto, stando alla Genesi, è stato creato. Questa coincidenza di natura con il nulla si traduce anche con una forma di teologia negativa, ovvero con la connotazione di Dio mediante gli attributi che non può avere. Gli argomenti che si adducono a favore della teologia negativa, partono dalla constatazione che dare una definizione di Dio equivale a limitarne il carattere assoluto. Questo è anche l’argomento di Giovanni Eriugena. Ad ogni modo il filosofo distingue quattro forme di natura:
- non creata che crea, ovvero Dio;
- creata e che crea: il filosofo intende la seconda persona della Trinità, ovvero il Lógos o Figlio, il Verbo divino che pur essendo creato è anch’esso capace di creare;
- creata che non crea: propriamente il creato, uomo compreso.
- non creata che non crea: il fine ultimo della Creazione.
Rispetto al punto 4, quello più oscuro, possiamo limitarci ad affermare che il fine ultimo della Creazione è, secondo Giovanni Eriugena, un ritorno (reditus) a Dio, a cui, secondo una concezione neoplatonica2, a riassorbito nella potenza di Dio.
Ottimismo antropologico
Secondo Eriugena l’uomo è in un rapporto di continuità con Dio. L’uomo infatti è l’unica creatura dotata, oltre che di sensibilità, anche di ragione ed intelletto. La ragione (lógos) permette all’uomo di comprendere la realtà in quanto creazione divina. L’intelletto (nous) ci dirige a contemplare Dio, che però rimane inneffabile. Ciononostante nell’uomo sono presenti, in modo innato, anche se con un diverso grado di perfezione, tutte le idee eterne della realtà sensibile.
Slide
Slide – Giovanni Scoto Eriugena