La Cina della dinastia Ming – 1368-1644

Ming cover

In questo articolo parliamo della  dinastia imperiale Ming, che ha dominato la Cina dal 1368 al 1644.

L’avvento della dinastia Ming – 1368

Alla morte di Gengis Khan, che già aveva conquistato, ma non stabilizzato la regione Cinese, subentrò Kublai Khan (1260-1294). Kublai riuscì in effetti a sottomettere la Cina consolidando il dominio mongolo. Fu in questo periodo di relativa stabilità, in cui la Cina fu anche aperta ai commerci e ai rapporti con l’Europa, che si colloca il viaggio di Marco Polo in Cina, dove il mercante veneziano incontrò i favori del Khan diventandone ambasciatore.

Tuttavia, tale periodo non era destinato a durare. Già nella metà del Trecento faide interne alla classe dirigente mongola e sollevazioni contadine fecero sì che il dominio mongolo si disgregò. Dal vuoto di potere emerse Chu Yuan-Chan, che divenne imperatore nel 1368 dando così inizio alla dinastia chiamata Ming, “luminosa”.

Un impero molto avanzato

Sotto la dinastia Ming la Cina accrebbe significativamente il suo potere, poiché godette di secoli di stabilità politica e pace. In questo periodo si assistette ad una vera e propria riedificazione: le città distrutte dai Mongoli vennero ricostruite, come pure iniziò la costruzione della Grande Muraglia per proteggere i confini a nord. Ancora, si allungò e si rese più profondo il Grande Canale, da Pechino ad Hangzhou. Molti Cinesi stabilirono colonie nel sud-est asiatico, mentre le relazioni commerciali con l’Europa divennero più frequenti. Non bisogna dimenticare che, durante il Basso Medioevo, la Cina era certamente più avanzata tecnologicamente dell’Europa. Gli Europei infatti avevano importato dalla Cina la bussola e la polvere da sparo. In Cina inoltre era già in uso la carta-moneta.

L'estensione territoriale della Cina sotto la dinastia Ming
L’estensione territoriale della Cina sotto la dinastia Ming

La stabilità dell’impero Ming

Il confucianesimo

Il confucianesimo contribuì largamente alla stabilità e la pace della Cina Ming. Tale religione, antichissima dato che Confucio visse tra il 551 e il 479 a.C., predicava l’obbedienza alla gerarchie e il carattere sacro dell’imperatore. A ben vedere oltre il confucianesimo, nella Cina dei Ming si diffuse anche il buddhismo, ma mai in modo tale da minacciare l’impero, poiché i buddhisti furono oggetto di violente persecuzioni. In questo modo l’imperatore, concepito come un Dio seguendo il confucianesimo, godeva di un potere assoluto.

La stessa sede dell’imperatore, la Città Proibita, era concepita come l’epicentro di forze sacre, e, come tale, non poteva essere abitato o frequentato da uomini comuni, ma solo dalla famiglia imperiale e dalla corte.

La Città Proibita
La Città Proibita, a Pechino, sede dell’imperatore

I mandarini

Questa inattaccabilità della figura imperiale fece sì che nella Cina Ming, a cavallo tra il Basso Medioevo e l’Età Moderna, non vi furono conflitti. Il che è certamente notevole, dato che la Cina di quel periodo era più estesa dell’Europa, al contrario continuamente attraversata da guerre.  Un altro fattore di stabilità fu certamente il modo in cui la classe dirigente veniva selezionata. I funzionari e gli amministratori diventavano tali solo dopo un durissimo esame che verteva anche sul cinese mandarino, che divenne la lingua ufficiale dell’impero Ming, che riuscì così a superare la frammentazione dei vari dialetti di una regione così estesa. Questi funzionari, che in Europa vennero chiamati mandarini, dal sanscrito mantrin, diventato poi in portoghese mandarim, che significa “consigliere” o “funzionario”. Ovviamente i mandarini seguivano il credo confuciano, conferendo la massima obbedienza e rispetto per l’imperatore e furono i protagonisti della costruzione di un efficiente burocrazia imperiale.

L’economia cinese

Tale stabilità politica coincise poi con importanti miglioramenti sul versante economico. L’economia cinese rimaneva completamente agricola. Questo campo conobbe grande espansione grazie ad imponenti e capillari opere di canalizzazione. Altre attività economiche, come le manifatture di tessili, le ceramiche, il mobilio, erano per lo più indirizzate allo sfarzo imperiale.

Notevoli furono le abilità di navigazione dei Cinesi, che anticiparono di quasi un secolo le esplorazioni europee in India e nel Mar Rosso. Nel Quattrocento si distinse il grande navigatore ed esploratore cinese Zheng He che compì per l’imperatore Ming sette spedizioni. La flotta imperiale, del resto, era attrezzata per affrontare viaggi transoceanici, sebbene non appartenne mai ai Cinesi la mentalità coloniale tipica degli Europei. Il primo asse di comunicazione tra Europa e Cina fu del resto realizzato dai Portoghesi.

Esplorazioni e commerci nella Cina Ming
Esplorazioni e commerci nella Cina Ming – Fonte: Zanichelli

Caduta della dinastia Ming – 1644

La fine della dinastia Ming nel XVII secolo è legata al cattivo operato degli eunuchi di corte. Ad essi, i vari imperatori avevano conferito via via maggior potere e incarichi. Gli eunuchi infatti, essendo evirati, non erano visti come potenziali minacce, data l’impossibilità di formare una famiglia e dare vita a meccanismi dinastici.

Tuttavia, gli eunuchi col imposero nel tempo regimi fiscali sempre più rigidi, a tal punto che il popolo cinese manifestò il proprio malcontento verso le vessazioni tributarie attraverso una serie di rivolte. Queste rivolte ebbero come esito la caduta della dinastia Ming a favore della dinastia Qing, detta anche manciù poiché proveniente dalla regione Manciuria. La dinastia Qing sarebbe rimasta al potere sino al XX secolo.

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