In questo articolo ci occupiamo della nozione di comunità di pratica, approfondito dallo studioso svizzero Étienne Charles Wenger.
Indice
Definizione di comunità di pratica e i suoi aspetti
In base alla definizione di Wenger una community of practice è:
Comunità di pratica |
Gruppo di persone che condividono un impegno o una passione per qualcosa di cui si occupano attivamente. Tali persone imparano ad adempiere all’impegno o a coltivare la passione sempre meglio interagendo tra loro con regolarità. |
Ogni comunità è poi caratterizzata da tre aspetti che elenchiamo:
- un dominio di interesse, che è l’impegno o la passione condivisa;
- la comunità, ovvero è costituita da più persone che interagiscono tra loro, anche telematicamente1;
- la pratica, ovvero la comunità non è soltanto scambio di informazione, ma anche concreta applicazione.
Il rapporto tra la pratica e la comunità
Secondo Wenger la pratica si associa alla comunità attraverso tre dimensioni, a loro volta divise in altri sottoelementi:
- Il mutuo impegno, che è l’interazione reciproca tra i membri della comunità. Questo avviene solo se:
- vi è la possibilità di interagire tra i membri;
- vi è differenza e parzialità tra le competenze dei membri. Ogni membro ha le sue capacità e il suo sottodominio di competenza, parziale e diverso da quello degli altri. Se cosi non fosse non avrebbe senso la comunità.
- lo sviluppo di relazione di collaborazione tra i membri.
- L’impresa comune, che è lo scopo condiviso da tutta la comunità. Per un gruppo di docenti potrebbe essere il miglioramento del rendimento didattico di una classe. All’impresa comune si legano di solito:
- la negoziazione dei ruoli (chi fa cosa);
- un sentire comune;
- il riconoscimento reciproco;
- Il repertorio condiviso, che è costituita da:
- oggetti fisici di supporto all’attività, strumenti, dispositivi, libri, riviste, ecc;
- oggetti non fisici, ovvero tutti i contribuiti ideali, le modalità, i protocolli, gli usi, il linguaggio, e, in genere la cultura di quella comunità.
Apprendimento situato
Le communities of practice possono certamente essere il luogo dove avviene l’apprendimento situato, ovvero quell’apprendimento che avviene non attraverso la riproposizione di contenuti teorici, ma dalla partecipazione attiva, calata in un contesto e dallo scambio dell’individuo con gli altri, che è proprio ciò che avviene nella comunità di pratica.
Nella scuola
Un comunità di pratica a scuola può essere realizzata a più livelli. Li vediamo di seguito
Comunità dei docenti
Il lavoro del docente e la sua libertà didattica sono tutelati dall’art. 33 della Costituzione – qui per approfondire.
Articolo 33 |
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. (continua) |
Anche il D.Lgs 297/1994 riafferma questo principio costituzionale, quando, all’art.1 della Parte 1 afferma:
[… ] nel rispetto delle norme costituzionali e degli ordinamenti della scuola stabiliti dal presente testo unico, ai docenti è garantita la libertà di insegnamento intesa come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente.
Ovviamente nella libertà didattica del docente può anche essere annoverata la libertà di confronto e scambio tra i docenti, che vanno così a creare una community of practice.
Reti di scuole
L’esistenza delle reti di scuole sancisce già di per sé la possibilità di creare una comunità di pratica tra istituti. Nell’art. 6 del D.P.R. 275/1999 infatti si legge:
Nell’ambito delle reti di scuole, possono essere istituiti laboratori finalizzati tra l’altro a:
a) la ricerca didattica e la sperimentazione;
b) la documentazione, secondo procedure definite a livello nazionale per la più ampia circolazione, anche attraverso rete telematica, di ricerche, esperienze, documenti e informazioni;
c) la formazione in servizio del personale scolastico;
d) l’orientamento scolastico e professionale.
Studenti di una o più classi
Quanto detto per l’apprendimento situato vale certamente anche nella comunità classe che può a buon diritto diventare una community of practice, soprattutto per quanto riguarda esperienze di apprendimento pratiche, che coinvolgano anche un dimensione del fare.