In questo articolo illustriamo le vicende storiche che portarono all’indipendenza degli Stati sudamericani tra 1810 e 1830.
Indice
Le cause dell’indipendenza degli Stati sudamericani
Le cause interne
Esistono due ordini di cause per l’indipendenza degli Stati sudamericani: un ordine interno ed un ordine esterno. La principale causa intera era la composizione della società sudamericana. Essa era divisa tra:
- Gli Indios, la parte più svantaggiata della popolazione, ridotta praticamente ad una condizione di schiavitù, lavorava duramente sia nelle miniere che nelle piantagioni.
- I creoli, i discendenti dei dominatori europei, che rappresentavano l’élite economica, in quanto possedevano immense proprietà fondiarie e miniere. Tuttavia essi non detenevano il potere politico, rimasto ai peninsulari, ovvero i funzionari spagnoli e portoghesi.
- I meticci, figli degli Spagnoli e delle donne indigene, esponenti della piccola borghesia.
Le cause esterne e la dottrina Monroe
Dal punto di vista esterno gli Stati latinoamericani si ritrovarono lontani dalle influenze europee. Infatti:
- la Spagna continuava nel suo declino commerciale e militare e, inoltre, doveva affrontare le truppe napoleoniche.
- La Santa Alleanza viveva a sua volta una crisi, poiché la Gran Bretagna si impegnava affinché le altre potenze europee non si immischiassero negli affari e nei commerci con il Sud America. L’interesse inglese verso il Sud America era anche dovuto alle ristrettezze commerciali imposte dal blocco navale di Napoleone.
- La dottrina Monroe. Gli Stati Uniti, diventati indipendenti e sovrani da pochi decenni e nel pieno dell loro processo di affermazione ed espansione, non ammettevano l’ingerenza europea nel continente americano. Lo slogan di questa dottrina, che è la dottrina del presidente James Monroe, è “L’America agli Americani“. Proprio Monroe, nel 1823, pronunciò davanti al Congresso un discorso in cui esponeva tale dottrina. Ne citiamo un estratto.
Giudico opportuno […] asserire, come principio in cui sono implicati i diritti e li interessi degli Stati Uniti, che i continenti americani, data la libera e indipendente condizione da essi assunta e mantenuta, non dovranno d’ora in poi più considerarsi oggetto di una futura colonizzazione da parte di qualsiasi potenza europea […].
Simón Bolívar e José de San Martín
Mentre la Spagna era impegnata nel conflitto contro Napoleone, sin dagli inizi dell’Ottocento, emersero importati ed eroiche figure nel processo di indipendenza degli Stati sudamericani.
Certamente la prima di queste figure è il creolo Simón Bolívar (1783-1830), el Libertador. Bolívar, liberò infatti la Colombia nel 1819, e cercò di fondare un nuovo stato, la Grande Colombia, che avrebbe dovuto comprendere l’Equador e il Venezuela. Più a Sud, il generale José de San Martín (1778-1850) aveva già liberato il Paraguay (1811) e l’Argentina (1816). Seguirono poi il Cile (1818) e il Perù (1821), dove si concentrava buona parte delle forze spagnole. San Martín si ritirò e Bolívar dovette concludere le ultime campagne di liberazione del continente, culminate con la cacciata della Spagna dal continente, con la definitiva vittoria indipendentista nella battaglia di Ayacucho (1824). Nel 1825 l’Alto Perù libero cambiava il proprio nome in Bolivia, in onore del condottiero, mentre nel 1828 l’ultimo degli Stati latino-americani, l’Uruguay, otteneva l’indipendenza.
Il fallimento del progetto di Bolívar
Il progetto di Bolívar era più grande della semplice liberazione dei singoli Stati sudamericani. L’idea del Libertador era infatti quella di creare una vera e propria confederazione di Stati. Tuttavia, durante il Congresso di Panama del 1826 qualsiasi possibilità di creare una siffatta confederazione svanì. I creoli mal sopportavano l’idea di un organismo centrale che potesse controllare ed eventualmente disattendere i loro interessi economici. Il loro appoggio ai moti e alle guerre di liberazione fu soltanto opportunistico e finalizzato alla tutela di quegli interessi. Le potenze straniere come l’Inghilterra e gli Stati Uniti temevano la nascita e l’ ascesa di una nuova grande entità politica ed economica. Gli Stati Uniti infatti non desideravano vedere insidiato il loro primato sul continente, mentre l’Inghilterra cercava di evitare la presenza di un nuovo competitor nei traffici commerciali.
Messico e Brasile
L’indipendenza del Messico -1821
La lotta di classe fu il catalizzatore della liberazione del Messico. Sin dal 1810 l’ecclesiastico Miguel Gregorio Hidalgo aveva fomentato una rivolta in funzione antispagnola, promettendo agli indios l’abolizione della schiavitù e la redistribuzione delle terre attraverso una riforma agraria. Tuttavia la ribellione fomentata da Hidalgo fallì e l’anno dopo fu ucciso. Solo dieci anni più tardi, nel 1821 il Messico conquisterà la sua indipendenza grazie ad Augustin de Itúrbide, un militare vicino ai creoli. Bisogna tuttavia affermare che, almeno agli inizi, i creoli favorirono la repressione anti-indipendentista. La schiavitù degli indios era infatti fondamentale per il loro tornaconto economico. Il raggiungimento dell’indipendenza non fermò infatti il conflitto tra le due classi sociali.
Il governo di Itúrbide, autoproclamatosi imperatore del Messico, era molto oscurantista e dopo appena un anno una rivoluzione fece del Messico una repubblica. Tuttavia, nel successivo trentennio, il Messico avrebbe perso una buona parte del suo territorio, soprattutto in occasione della guerra contro gli Stati Uniti per il controllo del Texas (1846-1848).
L’indipendenza del Brasile -1822
Il Brasile è l’unico tra gli Stati Sud Americani ad ottenere l’indipendenza senza spargimenti di sangue. Esso, di fatto colonia portoghese, diventa indipendente quando Pietro, figlio del re portoghese Giovanni IV1, già reggente, dichiara il Brasile indipendente nel settembre del 1822, anche per evitare lo scoppio di una rivoluzione. L’Impero brasiliano durerà sino al 1889, quando diverrà una repubblica, conoscendo di fatto solo due imperatori. Pietro I (1822-1831) e Pietro II (1831-1889).
Problemi sociali e caudillismo
Sebbene nel ventennio dal 1810 al 1830 moltissimi Stati sudamericani e centroamericani erano diventati indipendenti e sovrani, ciò non significa che l’America latina abbia conseguentemente conosciuto un periodo di stabilità. Al contrario l’indipendenza non ha portato infatti al risolversi dei contrasti sociali tra creoli ed indios. I primi continuarono a detenere tutto il potere economico e le terre. Proprio la mancata divisione delle terre sarà la causa delle numerose sollevazioni contadine in tutto il Sud America.
Un ulteriore fenomeno è poi la tendenza dei vertici militari a rovesciare il potere politico e ad assumerlo tramite colpi di stato, e tale tendenza prende il nome di caudilismo (da caudillo, in spagnolo, o caudilho in portoghese, ovvero capo militare).