Le radici cristiane del Medioevo

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In questo articolo trattiamo le radici cristiane del Medioevo,a partire dall’età tardo-antica illustrando i principali passi ed esperienze.

La costruzione della dottrina

Possiamo affermare che la civiltà medievale europea sia sorta dall’unione della componente romano-barbarica e di quella cristiana. La Tarda antichità è stata in particolar modo caratterizzata dalla costruzione dottrinale del cristianesimo. In altri termini, si trattava di costruire un sistema dottrinario unico, definito e coerente, anche per combattere le eresie che nel frattempo si andavano diffondendo. Si contano diverse decine di eresie agli inizi del cristianesimo.

Eresia 
Il termine deriva dal greco airesis, “scelta”. Un’eresia è una posizione teologica in contrasto con quella dell’autorità ufficiale, che invece rappresenta l’ortodossia. Nel cristianesimo l’ortodossia viene definita dal concilio. 

Proprio per questo emersero quelle figure, come Agostino d’Ippona, che rappresentano i padri della Chiesa. Con la loro riflessione e con le loro opere hanno contribuito alla costruzione di un sistema uniforme. Dal punto di vista filosofico, si parla infatti di Patristica, proprio per indicare il pensiero dei padri della Chiesa.

Potere temporale e spirituale

Il Cristianesimo si è raffinato teologicamente e diffuso in Occidente anche grazie il ruolo degli imperatori romani che si proponevano come i difensori della vera fede. Inizialmente ignorato e/o osteggiato dalle prime dinastie imperiali romane, fu via via accolto. In particolare l’imperatore Costantino (306-337 d.C.) indisse il primo Concilio ecumenico della storia, Concilio di Nicea nel 325 d.C., volto proprio a risolvere le dispute teologiche e a contrastare le eresie.

Concilio
Un concilio è un’assemblea di vescovi.  Il concilio può essere provinciale, se riunisce i vescovi di una provincia, plenario se riunisce vescovi di più province, ecumenico (universale), se riunisce tutti i vescovi.

In questo modo Costantino inaugurò la lunga stagione del cesaro-papismo.

Cesaropapismo 
Per cesaropapismo si intende l’interferenza del potere temporale su quello spirituale.

Un ulteriore passo in avanti non solo nella diffusione, verso l’egemonia culturale del cristianesimo fu l’Editto di Tessalonica di Teodosio, del 380 d.C.. Con esso il cristianesimo diventava la religione ufficiale dell’impero romano e il vescovo di Roma assumeva il primato su tutti gli altri. La pretesa degli imperatori o, in genere degli esponenti del potere temporale, di voler difendere la fede presenta anche ragione di convenienza politica. La diffusione di un unico credo omogeneizza i popoli sottomessi e la religione diventa pertanto un instrumentum regni.

Origini storiche del potere temporale: la donazione di Sutri

Tuttavia, anche il potere spirituale avrebbe avuto occasione di allargarsi alla dimensione temporale. Nel 728 d.C., il re longobardo Liutprando affida il castello di Sutri e i suoi dintorni al pontefice. La Donazione di Sutri diventa quindi il documento su cui i pontefici legittimeranno la loro pretesa di esercitare il potere temporale. Non è quindi un caso che una delle caratteristiche specifiche del Medioevo, ovvero il conflitto tra impero e papato, trovi la sua giustificazione nelle sue radici cristiane.

Il monachesimo

Non possiamo poi pensare al Medioevo senza pensare al fenomeno del monachesimo. Occorre innanzitutto distinguere un monachesimo eremitico da uno cenobitico.

Monachesimo eremitico Monachesimo cenobitico
Sorto in Egitto nel III secolo d.C., è la forma tipica di monachesimo in oriente. Esso consiste in un esperienza di isolamento dalla civiltà e di meditazione , e che può assumere dei tratti ascetici o mistici. Forma di monachesimo che non prevede l’isolamento come nel monachesimo eremitico. I monaci vivono insieme nei monasteri, detti cenobi, secondo un rigido programma di attività di lavoro e preghiera. In Europa, in particolare a Roma, fu introdotto da Gerolamo nel 382 d.C..

Una delle più note e tipiche esperienza di monachesimo cenobitico fu quella di Benedetto da Norcia, autore della famosa regola benedettina (540 a.C.). Questa regola scandiva la vita nei monasteri dell’ordine benedettino. I monasteri cristiani erano, oltre che dei luoghi di preghiera, dei luoghi di produzione. Produzione non solo di beni di prima necessità (nei monasteri si praticava l’agricoltura, come pure si preparavano altri prodotti), ma anche produzione culturale. Alcuni monasteri ospitavano biblioteche degne di nota e alcuni monaci, in genere quelli più istruiti, i cosiddetti amanuensi, si specializzavano nel copiare quei testi.

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