Il socialismo in Inghilterra e Francia nell’Ottocento

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In questo articolo forniamo una panoramica storica in proposito del socialismo inglese ed il socialismo inglese dell’Ottocento.

Una definizione di socialismo

Prima di addentrarci nell’analisi dei vari socialismi inglesi e francesi, sarà opportuno fornire una definizione di socialismo. Tale definizione deve essere abbastanza lasca in modo da abbracciare la totalità delle declinazioni di quest’idea politica e allo stesso tempo rigorosa.

Socialismo
Si definiscono socialiste quelle dottrine e quelli interventi politici finalizzati al perseguimento non solo dell’uguaglianza formale tra i cittadini di uno Stato, ma anche dell’uguaglianza sociale e materiale. Tipiche soluzioni socialiste in questo senso sono l’intervento statale in economia e una distribuzione dei beni e della ricchezza più equa. Pertanto, tipica del s. è la priorità del benessere della comunità rispetto al singolo, diversamente dal liberalismo, di cui uno dei valori fondanti è la valorizzazione della libertà individuale e dell’impresa.

Nella definizione sopra riportata occorre il termine uguaglianza. Sarà pertanto opportuno presentare un approfondimento sintetico su questa nozione.

 FOCUS – Il concetto di uguaglianza

Il termine uguaglianza rimanda genericamente all’eliminazione di differenze tra individui. È possibile distinguere, dal punto di vista politico, giuridico e filosofico, almeno tre accezioni del termine uguaglianza:

  • formale o giuridica: questa è sancita dal principio secondo cui la legge è uguale per tutti;
  • politica: questa è garantita solo nei sistemi a suffragio universale, in cui vi è parità di diritti politici tra tutti i cittadini di uno Stato.
  • sociale: detta anche materiale o sostanziale, consiste nel perseguimento di un uguale potere finanziario, economico e patrimoniale dei cittadini.

 

Possiamo notare che l’uguaglianza formale, come principio, trova la sua affermazione storica durante la Rivoluzione Francese, ed essa è oramai una realtà affermata da tutte le Costituzioni contemporanee, soprattutto dei Paesi occidentali. L’uguaglianza politica è anch’essa patrimonio di tutti i Paesi avanzati, sebbene si sia affermata in tempi storicamente più recenti. Ad esempio, il suffragio universale, in Italia, risale al 1946, in occasione del referendum per la scelta tra la conservazione del regime monarchico e il passaggio ad uno repubblicano.

L’uguaglianza sociale invece non ha, ad oggi, una affermazione. L’uguaglianza materiale infatti si scontra con i principi tipici del liberalismo, come la valorizzazione della libertà individuale e d’impresa e il diritto alla proprietà privata. Nel caso dello Stato italiano, l’art. 3, comma 2 della Costituzione recita:

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana […]

La questione non  è di facile risoluzione, dato che il nostro Paese, come tutti i Paesi occidentali, conserva un’impostazione liberista, tendendo a tutelare il diritto all’impresa economica e la proprietà privata.

In questo contesto che si vanno ad inquadrare le politiche di welfare state1. Il punto di equilibrio tra uguaglianza e liberismo è garantire pertanto un livello di ricchezza minimo. Ciò avviene anche grazie alla prestazione di servizi gratuiti come istruzione, sanità ecc. Questa strategia è quella che tutti gli Stati contemporanei e occidentali cercano di adottare, con relativo successo.

Il socialismo nell’Inghilterra dell’Ottocento

L’Inghilterra dell’Ottocento non ospita un panorama molto variegato di esperienze e idee socialiste, né tanto meno rivoluzionarie. Nella prima metà dell’Ottocento infatti si afferma una tendenza ad affrontare le questioni sociali di tipo riformista. Nel 1825 vengono riconosciute le Trade Unions, organizzazioni sindacali di categoria per la difesa dei diritti e la tutela delle condizioni del lavoratori delle fabbriche.

Robert Owen e l’esperienza di New Harmony

Possiamo considerare Robert Owen (1771-1858) come un anticipatore del socialismo inglese. Owen era un ricco imprenditore del settore tessile. Si potrebbe definirlo un imprenditore illuminato. Infatti migliorò la condizioni lavorative degli operai alle sue dipendenze aumentando i salari, diminuendo l’orario lavorativo e fornendo loro migliori alloggi.

Al nome di Owen è legata l’esperienza di New Harmony. New Harmony fu una colonia fondata dallo stesso Owen negli Stati Uniti nel quale il filantropo cercò di implementare un modello sociale ed economico basato sulla collaborazione e sulla condivisione degli utili. Questo esperimento tuttavia fallì per una serie di ragioni.

Il socialismo nella Francia dell’Ottocento

Durante la Rivoluzione, in Francia circolavano diverse idee e concezioni riguardanti l’uguaglianza. È sufficiente pensare alle varie sfumature delle Costituzioni che si sono avvicendate nell’ultimo decennio del Settecento, o, ancora, alla Congiura degli Eguali di Babeuf. Proprio per la grande diffusione delle idee egualitariste, nella Francia dell’Ottocento possiamo notare un panorama molto variegato riguardante le idee socialiste. Divideremo queste idee in due gruppi: quelle che fanno capo al socialismo utopistico e quelle che fanno capo alla questione operaia.

Il socialismo utopistico

Saint-Simon e la tecnocrazia

Saint-Simon (1760-1825) è un forte critico della Restaurazione. La sua critica nasce dal fatto che essa difende categorie sociali ed economiche oramai superate, tipiche del’antico regime. Per il pensatore francese il nuovo modo di produrre – quello industriale – comporta che la politica debba assumere la forma di una tecnocrazia. La politica, in altri termini, si deve occupare di produrre, gestire e distribuire risorse e non può prevedere, nello spazio sociale, classi parassitarie come lo erano nobiltà e clero. Spazio viene lasciato solo alle classi produttrici, senza distinzione di sorta tra chi detiene i mezzi di produzione e chi li utilizza.

Tecnocrazia2
Il prevalere dei tecnici, delle persone altamente specializzate nei vari settori della scienza e della tecnica, nella vita economica, sociale, politica e amministrativa. Con la crescita di complessità degli apparati e delle funzioni di governo, anche nelle organizzazioni internazionali, e con l’estendersi dei processi di globalizzazione dell’economia, è invalso l’uso di parlare di t. in riferimento a una nuova classe dirigente i cui processi di selezione e le cui basi di legittimazione siano fondati sulle competenze tecniche e sulle capacità di gestione, piuttosto che sul principio della rappresentanza elettiva.

Il pensiero di Saint-Simon tuttavia rimane utopistico, almeno nel suo contesto storico. Come egli noterà nella fase più matura del suo pensiero, il sistema capitalistico-industriale genera fortissime diseguaglianze. L’antidoto a queste diseguaglianza e la promozione dei valori cristiani di solidarietà e amore per il prossimo.

Fourier e il falansterio

Diversamente da Saint-Simone, Charles Fourier è sin dagli inizi fortemente critico del sistema capitalistico. Anticipando Marx, Fourier nota che, per il beneficio di pochi, il sistema capitalistico-industriale comporta la mortificazione della natura umana. Gli operai infatti sono costretti ad una vita ripetitiva, innaturale senza possibilità di cambiamento, che deprime la natura creativa dell’essere umano.

Il pensatore francese propone quindi il modello del falansterio. Il falansterio altro non è che una piccola comunità sociale ed economica caratterizzata da solidarietà e spirito di fratellanza. L’attività principale di essa è l’agricoltura e, i vari compiti lavorativi sono assegnati in base alle attitudini dei singoli. Tale divisione del lavoro non è tuttavia permanente: nel modello di Fourier gli impieghi assegnati ruotano periodicamente, in modo che nessuno sia definitivamente legato ad essi.

Proudhon e il cooperativismo

Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) è certamente uno dei principali critici del diritto di proprietà. Famosa è la frase contenuta nell’opera Che cos’è la proprietà? (1840) secondo cui la proprietà è un furto. Ciò non implica che per Proudhon la proprietà vada completamente abolita, ma che vada distribuita in maniera più equa, evitare l’enorme concentrazione di capitali nelle mani di pochi.

La soluzione che il pensatore francese propone è quella del cooperativismo, che definiamo3 di seguito.

Cooperativismo e cooperativa
Il cooperativismo è un movimento politico -sociale che favorisce la diffusione dei sistema cooperativo. La cooperativa è una società costituita da più consumatori o lavoratori alla scopo di conseguire un fine comune a partire da un comune bisogno. I soci delle cooperative sono organizzati democraticamente e forniscono tra loro mutuo soccorso, con l’obiettivo di sottrarsi a forme di sfruttamento e ai vincoli imposti dal mercato e dalla concorrenza.

 

Il socialismo e la questione operaia

Blanc e Blanqui

Louis Blanc (1811-1882) e Louis-Auguste Blanqui (1805-1881), diversamente dai teorici come Saint-Simon, Fourier e Proudhon, erano attivamente coinvolti nelle lotte sindacali e operaie. Blanc credeva che la correzione delle storture del sistema capitalistico passasse per il controllo statale della produzione. Blanqui, dal canto suo, non aveva fiducia nel miglioramento della condizione operaia attraverso il riformismo, e, pertanto, sosteneva la necessità di una rivoluzione operaia.

Accenno al pensiero di Marx: socialismo e comunismo

Nel contesto del socialismo ottocentesco, non si può non citare il pensiero del filosofo ed economista Karl Marx (1818-1883), padre della dottrina comunista. Il pensiero di Marx è degno di una trattazione separata e approfondita. Pertanto, in questo articolo ci limitiamo ad affermare che, lo stesso Marx definisce il comunismo come l’ultima fase di un processo rivoluzionario che inizia con il socialismo.

Ricordiamo anche che Marx fu anche fortemente critico nei confronti dei socialismi utopistici, concependo la propria dottrina come l’unica possibile forma di socialismo scientifico.

Video-lezione di sintesi

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