In questo articolo trattiamo del fenomeno del bullismo, concentrandoci sulle sue diverse cause e sui suoi possibili rimedi. Ti consigliamo di leggere il primo articolo riguardante il bullismo. in cui si da una definizione del fenomeno, le sue caratteristiche e si trattano le figure coinvolte.
Indice
Le cause del bullismo
Si possono individuare differenti cause alla base del fenomeno. In particolare se ne sono classificate tre:
- fattori familiari: li approfondiamo nel seguito;
- fattori genetico caratteriali: sono legati al patrimonio genetico e caratteriale che il “bullo” eredita dai genitori. Un genitore che tenda a sopraffare, violento sia in senso fisico che psicologico, rigido, poco comprensivo ed empatico può trasmettere queste caratteristiche al figlio.
- infine, quelli sociali: li approfondiamo nel seguito.
Particolare approfondimento va poi conferito ai fattori familiari e a quelli sociali.
I fattori familiari
Gli studiosi Olweus, Besag e Roland individuano i seguenti fattori familiari legati al fenomeno del bullismo:
- Una relazione negativa tra un genitore e il figlio, in particolar modo la madre. Se il bambino è sistematicamente ripreso dai genitori ogni qual volta compie un’azione sbagliata, egli riceve così un feedback negativo in maniera continuata. Questo continuo feedback negativo può portarlo a non avere autostima. Il bullo pertanto cerca di ottenere autostima sopraffacendo gli altri.
- Ipercontrollo, punizioni, o mancanza di controllo e disinteresse. L’ipercontrollo o aspettative troppo alte e continuamente ribadite da parte dei genitori, possono scatenare nel bambino un’ansia da performance che lo renderà molto competitivo a scuola, sino alla sopraffazione dei pari. Anche l’estremo opposto è pericoloso. Infatti un palese disinteresse dei genitori verso il bambino può portarlo a cercare di suscitare l’interesse dei suoi pari o la loro attenzione tramite atti di sopraffazione.
- Concepire l’aggressione fisica come comportamento socialmente accettabile. Questo accade quando i genitori non puniscono efficacemente o non puniscono affatto il bambino quando compie azioni violente. Si instaura nel bambino la convinzione che l’aggressione fisica non sia così grave, pertanto essa viene riproposta.
- Rapporto conflittuale tra i genitori. I litigi, spesso manifesti e violenti, tra i genitori possono essere causa di un comportamento da bullo (ma anche da vittima), per almeno due motivi. In primo luogo il bambino assiste e interiorizza la violenza del litigio; in secondo luogo essendo i genitori concentrati su se stessi per far valere le proprie ragioni, dimostrano disinteresse verso il figlio.
I fattori sociali
Si possono individuare almeno 3 fattori di tipo sociale causanti il fenomeno del bullismo:
- l’incapacità del bambino di avere rapporti interpersonali e sociali di successo. Il bambino può diventare un bullo per ottenere affermazione sociale, o può diventare vittima, autoescludendosi dalla vita sociale della scuola.
- Se il bullo viene isolato dalla classe e dunque non raggiunge la popolarità che sperava di ottenere, cercherà, anche in altre classi, di aggregarsi ad altri che manifestano lo stesso atteggiamento antisociale e violento. I bulli tendono a formare un branco di simili, anche per rifuggire il rifiuto sociale che ottengono dagli altri compagni.
- Ancora, tipica del bullismo, è una certa intolleranza. Spesso i fenomeni di bullismo nascono in un contesto di non accettazione della diversità. In questo caso le vittime sono i compagni di altre etnie, religioni, disabili o con un diverso orientamento sessuale o identità di genere.
Questo ultimo aspetto è stato messo in evidenza anche dal MIUR nelle Linee Guida dell’aprile 2015, secondo cui la vittima è discriminata in quanto:
[…] gravano su di essa stereotipi che scaturiscono da pregiudizi discriminatori.
Qui puoi trovare il documento con le LINEE DI ORIENTAMENTO per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e cyberbullismo.
Le misure contro il bullismo
Il programma di Olweus
Il già citato Dan Olweus ha scritto un programma per contrastare in maniera sistematica il fenomeno del bullismo, diviso in quattro punti:
- il ruolo degli adulti nell’istituzione scolastica deve trasmettere calore, coinvolgimento positivo e interesse per i ragazzi;
- deve essere chiaro quali sono i comportamenti ritenuti inaccettabili;
- se si manifestano comportamenti inaccettabili, essi devono essere sanzionati, non in senso punitivo;
- gli adulti della scuola devono avere un comportamento esemplare e fungere da modelli.
Il Regolamento d’Istituto
Rispetto al secondo punto sono importanti la politica della scuola e il Regolamento d’Istituto. Il dirigente scolastico ha il dovere di promuovere la codifica di regole comportamentali che siano chiare, efficaci e condivise da alunni, docenti e genitori. Queste regole sono scritte nel Regolamento d’Istituto. La finalità di questo documento è quello di promuovere una partecipazione democratica alla vita dell’Istituto stesso da parte di tutta la comunità scolastica.
Il Regolamento d’Istituto viene stilato e approvato dal Consiglio di Circolo o d’Istituto, secondo quanto stabilito dall’art.10 del Decreto legislativo 297 del 1994.
La formazione e il ruolo del docente
Tra tutte le figure del personale scolastico, sono i docenti coloro i quali godono di una posizione privilegiata per osservare eventuali fenomeni, atti o sintomi di bullismo. Non è un caso che le sopracitate Linee Guida dell’aprile 2015 definiscano i docenti come:
[…] antenne in grado di captare i segnali anomali
Osservare però non è sufficiente. Infatti è necessario che i docenti siano formati e supportati. Per quanto riguarda la formazione essa riguarda, oltre che gli ambiti disciplinari a cui il docente afferisce, anche competenze metodologico-didattiche e sociali. Il docente deve anche essere edotto dei rischi di un uso consapevole della rete (relativamente al cyberbullismo ad esempio). Per quanto riguarda il supporto, il docente non deve rimanere isolato, ma deve essere supportato da reti di scuole, osservatori regionali, CTS, esperti.
Come agire in scuola e in classe?
Sempre seguendo il modello di Olweus, è possibile agire per contrastare il bullismo a tre diversi livelli:
- a scuola: a livello scolastico si può somministrare un questionario in forma anonima agli studenti per identificare bulli e vittime o trarne un profilo. Lo staffo scolastico deve poi essere formato e vi deve essere uno scambio di informazioni tra il personale. Importante è pure la vigilanza durante gli intervalli. Molto consigliata è poi la creazione di un comitato per la prevenzione del bullismo in cui figurino degli esperti.
- in classe: a livello di classe è importante stabilire le regole e quali sono i comportamenti inaccettabili. Opportuno è poi organizzare sia incontri delle classi con esperti, sia incontri con i genitori per individuare eventuali cause.
- rispetto al singolo individuo, che può essere il bullo, ma anche la vittima, è necessario organizzare incontri con i genitori di bulli e vittime sia separati, che uniti e sviluppare un piano di intervento.
Rilevanza penale degli atti di bullismo
Gli atti di bullismo più gravi possono rientrare nella fattispecie di reato penale. Elenchiamo alcune di queste fattispecie con il relativo articolo del Codice Penale1:
- percosse (art.581);
- lesioni personali (art. 582; se le lesioni sono gravi, ovvero con prognosi superiore ai 20 giorni si denuncia d’ufficio);
- violenza privata (art.610);
- violenza o minaccia per costringere a commettere reati (art.611);
- minaccia (art.612);
- atti persecutori, come lo stalking (art. 612).
Stalking e ammonimento del questore
Per quanto riguarda lo stalking, in base all’art.8 della legge 38/2009 una misura immediata è l’ammonimento da parte del questore. Questa è una procedura che non prevede il ricorso agli avvocati. L’ammonimento segue alla richiesta della vittima in base ad una fondata istanza. In ogni caso, l’ammonimento precede l’eventuale querela.
Il questore ammonisce quindi verbalmente lo stalker, invitandolo a non riprodurre gli atti persecutori. L’ammonimento è formulato in un verbale, che viene dato poi sia alla vittima che allo stalker.
Curricolo scolastico
La stessa attività didattica può dare un contributo significativo alla prevenzione e al contrasto del bullismo. Le attività didattiche in particolare possono – e dovrebbero – essere coinvolgenti e favorire lo spirito di gruppo e l’empatia. Tipici esempi sono l’utilizzo di testi letterari, rappresentazioni teatrali e role-playing, in cui gli studenti si mettono nei panni dei loro compagni, comprendendone il punto di vista.
Particolare attenzione va sempre riservata al cyberbullismo. La scuola infatti può promuovere iniziative formative legate all’uso corretto e sano del web. Sempre le Linee Guida dell’aprile 2015 consigliano di intraprendere iniziative didattiche nei seguenti campi:
- uso della netiquette e uso corretto dei servizi in rete;
- le regole per la corretta scrittura di email e dei messaggi di chat;
- gli strumenti per tutelare la privacy, al fine di minimizzare i dati accessibili in rete.
Il voto in comportamento
Mediante la Legge 169/2008 è stato reintrodotto il voto in condotta per le scuole secondarie di primo e secondo grado. Tale legge trova la sua ragion d’essere in una recrudescenza di episodi di bullismo e cyberbullismo, evidenziati a ragione dai media. In base a questa legge il voto in condotta inferiore a 6 decimi non permette il passaggio alla classe successiva.
Riguardo alle scuole secondarie superiori, la Legge 169/2009 è stata aggiornata dal D.Lgs. 62/2017.
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Slide – Il bullismo – Parte 2 – Le cause e i possibili rimedi