In questo articolo trattiamo gli ambienti di apprendimento, noti anche con Learning Enviroment, trattandone la definizione, i costituenti e le tipologie.
Indice
Definizione di ambienti di apprendimento
Il concetto degli ambienti di apprendimento è piuttosto vago, poiché se ne parlato in moltissimi contesti ed accezioni. Tuttavia, seguendo Wilson, che individua le caratteristiche di un learning environment minimale:
- un apprendente;
- uno spazio nel quale l’apprendente agisce, usa strumenti e dispositivi, raccoglie e interpreta messaggi e informazione, interagisce con altri individui, come altri apprendenti o docenti.
Queste caratteristiche riguardano un ambiente di apprendimento che potrebbe risultare caotico. Si può immaginare uno studente che si muove per il learning environment esplorando, con iniziativa, le varie possibilità che l’ambiente gli offre. Potrà certamente imparare qualcosa, tuttavia lo farebbe in maniera caotica, non strutturata e, pertanto, inefficace. Il compito del docente, in questo caso, è proprio quello di progettare e strutturare l’attività didattica in quell’ambiente. Cosa dire poi del fatto che le caratteristiche sopra riportate parlando di un’apprendente? In realtà negli ambienti di apprendimento non vi è un apprendente solo, ma una community of learners. Ecco che quindi quelle caratteristiche sopra riportate vanno integrate con le seguenti:
- gli apprendenti lavorano insieme e si supportano a vicenda;
- gli apprendenti usano una varietà di strumenti che permettono di accedere alle informazioni e utilizzarle;
- si definiscono gli obiettivi specifici di apprendimento e si sviluppano attività mirate alla risoluzione dei problemi (problem solving).
I costituenti fondamentali degli ambienti di apprendimento
Lo studioso D.N. Perkins ha elencato una serie di strumenti didattici, classici e tecnologici che costituiscono un learning enviroment. Essi sono:
- le banche di informazioni. Non sono per forza dei database, ma semplicemente il complesso delle risorse da cui si può ottenere informazione. Le banche di informazioni possono avere, e molto spesso hanno, caratteristiche multimediali, possono essere quindi testi, video, suoni, immagini ecc.
- Superfici simboliche, per mezzo delle quali si può scrivere. Sono dunque supporti come quaderni, lavagne, computer.
- I phenomenaria. Sono sostanzialmente degli oggetti che riproducono un fenomeno da studiare. Un classico esempio è lo studio di un ecosistema in un acquario, o un formicaio. I phenomenaria possono anche non essere reali, ma virtuali.
- Kit di costruzioni. Non devono essere intesi necessariamente in maniera fisica. Un classico esempio di kit di costruzione in un learning enviroment sono i learning logs, ovvero dei diari nei quali si registra quanto appreso, segnando le risposte date al docente.
- Infine vi sono i gestori di compiti, strumenti atti al monitoraggio delle prestazioni. Esempi ne sono le griglie di valutazione o i software per il controllo e la gestione dei compiti.
Le tipologie dei Learning Environment
Si possono distinguere 3 tipologie di ambienti di apprendimento:
- le aule, ovvero gli spazi classici delle scuole in cui può avvenire l’apprendimento. Anche i laboratori rientrano in queste categorie.
- I Virtual Learning Environment (VLE), ovvero ambienti di apprendimento virtuali. Sono piattaforme online che permettono la formazione di classi e svolgimento di attività didattiche e di compiti. Un approfondimento del VLE si trova in questo articolo.
- Gli ambienti immersivi. Sono sostanzialmente delle simulazioni informatiche in cui l’ambiente di apprendimento è simulato al computer. L’esempio classico sono i Serious Games, giochi aventi lo scopo di coinvolgere lo studente in giochi didattici. Esempi di Serious Games sono ad esempio il celebre Minecraft o la piattaforma per lo sviluppo di codici a blocchi Scratch.
