Rivoluzione Francese – (14 luglio -26 agosto 1789)

La presa della Bastiglia

In questo secondo articolo sulla Rivoluzione Francese, trattiamo il periodo che va dalla presa della Bastiglia all’approvazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (14 luglio -26 agosto 1789).

La Rivoluzione Francese come fenomeno storico complesso

Si noti in realtà che nell’Assemblea Costituente manca di rappresentare il popolo. Non è dunque un caso che un fenomeno storico come la Rivoluzione Francese sia in realtà il risultato cumulativo di almeno tre distinte sollevazioni:

  • quella parlamentare, analizzata sinora: questa coinvolge più la borghesia intellettuale che il popolo;
  • la rivoluzione sanculotta, la parte rivoluzionaria localizzata nella città di Parigi, protagonista della presa della Bastiglia, che andò ad aggiungersi alle lotte della borghesia. Una carestia aveva inoltre causato un significativo aumento dei prezzi dei generi di prima necessità, come il pane.
  • Quella dei contadini, in buona parte – se non del tutto – estranea alle istanze della parte borghese del Terzo Stato. Durante il periodo della Rivoluzione Francese infatti scoppiarono rivolte contadine a macchia d’olio in tutto il territorio di Francia. Esse erano completamente slegate dalla borghesia degli Stati Generali e non seguivano una direzione precisa, ma erano accomunate dall’odio verso i privilegiati.

 

Sanculotti
Il termine deriva dal francese sans culotte, ovvero senza culotte. Le culotte erano i pantaloni al ginocchio tipici dell’abbigliamento nobiliare. Dunque gli aristocratici francesi chiamavano sanculotti i ceti cittadini popolari. I sanculotti vestivano la carmagnole, una giacca corta, portavano le bretelle e un berretto rosso. I sanculotti parigini appartenevano alla classe dei salariati e dei piccoli artigiani.

La presa della Bastiglia

A pochi giorni dalla formazione dell’Assemblea nazionale costituente, avviene l’evento che più di ogni altro è associato alla Rivoluzione Francese. La presa della Bastiglia (14 luglio 1789) rappresenta in maniera esemplare la complessità dei moti rivoluzionari. Questi sono animati, come abbiamo sopra indicato, non solo dalla “parte alta” del Terzo Stato che siede nelle assemblee, ma anche dai sanculotti.

Mentre i lavori dell’Assemblea costituente procedono, a Parigi scoppiano una serie di tumulti. Alcuni nascono in maniera spontanea dai ceti popolari, altri furono aizzati dai capi politici rivoluzionari. Tra questi si distingue quello del 14 luglio. In questa data, una nutrita folla di parigini, si accalca davanti alla Bastiglia, una vecchia fortezza-prigione, allo scopo di prenderne le armi.

Dopo una breve parentesi pacifica di trattative, la folla sfonda i cancelli della prigione, libera alcuni prigionieri, si impossessa delle armi. L’impresa fu facilitata anche dal fatto che la Bastiglia era guarnita da vecchi veterani, molti dei quali disabili o incapaci di combattere. La fortezza sarebbe stata in ogni caso smantellata e al tempo dell’assalto era già quasi vuota di prigionieri.

Dipinto raffigurante la presa della Bastiglia
Dipinto raffigurante la presa della Bastiglia

Tuttavia la marginalità reale della prigione, cozzava con l’importanza simbolica di essa, concepita come concretizzazione del potere tirannico dell’assolutismo. Il comandante della fortezza fu portato fuori dalla prigione e decapitato in pubblica piazza.

Valore simbolico della presa della Bastiglia

Ad un primo sguardo, la presa della Bastiglia può sembrare una sollevazione come le altre. Certamente così non è. Questo evento storico lascia un messaggio più profondo, di cui probabilmente i suoi stessi attori non erano coscienti. In particolare, ci deve colpire la pubblica esecuzione di un rappresentante dello Stato francese. Era norma infatti che giustiziare i criminali pubblicamente, dall’autorità sovrana. Che invece sia questa volta il popolo a “fare giustizia” pubblicamente va invece compreso nell’ottica rivoluzionaria, ovvero nella sostituzione di un sistema di potere, considerato come illegittimo, con un altro, considerato legittimo. Quest’ultimo rivendica a sé la sovranità. Ecco perché la presa della Bastiglia – insieme all’occupazione della municipalità parigina -, nonostante l’efferatezza, è l’evento che più di ogni altro simboleggia la Rivoluzione in Francia.

La formazione della Guardia Nazionale e la “grande paura”

I vari tumulti ebbero come conseguenza anche la formazione di una milizia cittadina, la Guardia Nazionale. Essa fu affidata al comando del generale Joseph de La Fayette (1757-1834), già distintosi per la partecipazione alle battaglie di Saratoga e Yorktown nel contesto della Rivoluzione Americana.

L’esempio fu imitato in diverse città francesi e si apri un’ondata di panico diffuso noto come la “grande paura”. Si temeva che l’ondata di violenza si diffondesse in tutto il territorio nazionale. In particolare erano preoccupanti, anche per i borghesi del Terzo Stato, i moti contadini.

L’abolizione dei privilegi feudali

Un po’ in tutta la Francia vi furono delle sollevazioni spontanee da parte dei contadini. L’Assemblea nazionale costituente cercò di sedare la situazione attraverso dei provvedimenti legislativi. Questi provvedimenti furono varati il 4 agosto 1789 e decretarono:

  • l’abolizione delle corvées;
  • l’abolizione di altri obblighi feudali;
  • la divisione del territorio nazionale in 83 reparti amministrativi, detti dipartimenti.

 

Questa soluzione era tuttavia di efficacia parziale. Infatti l’abolizione era vincolata dal pagamento di una somma da parte dei contadini e molti di essi, non ne disponevano. Le agitazioni continuarono per ulteriori tre anni.

La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

Insieme alle sollevazioni sanculotte a Parigi e a quelle popolari, ulteriori progressi nel contesto dell’Assemblea nazionale costituente. Il 26 agosto 1789, su proposta di La Fayette, fu approvata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, ispirata alla Dichiarazione d’indipendenza americana. Il testo era breve, contando un totale di 17 articoli. Tuttavia profonde e significative erano le innovazioni in esso contenute.

La struttura della Dichiarazione 1

 Se si osserva l’intera struttura del testo, si può notare che i costituenti individuano due gruppi distinti di diritti, attribuiti rispettivamente a due diverse tipologie di soggetti:

  • il primo gruppo di diritti riguarda i cittadini in quanto individui, che si vuole siano protetti dagli abusi della legge, siano garantiti nella loro sicurezza e nella loro proprietà e siano dotati della possibilità di esprimersi liberamente (artt. 1, 2, 4, 5, 7, 8, 9, 10, 11, 17);
  • il secondo gruppo di diritti riguarda invece il soggetto collettivo al quale si attribuiscono i poteri politici fondamentali, la nazione (artt. 2, 6, 12, 13, 14, 15, 16). Si tratta del primo testo politico importante, nel quale si formalizzano le prerogative di questo soggetto politico collettivo […] si spiega che ogni sovranità politica non risiede in singoli individui ([…] per esempio, il re), né in corpi specifici (come […] la nobiltà), ma nella nazione nel suo complesso. Nell’articolo 6 si spiega ulteriormente che la legge è espressione della “volontà generale“, una locuzione presa […] dal Contratto Sociale di Rousseau. Il testo della Dichiarazione , non prefigura […] esclusivamente […] una democrazia, ma ammette la possibilità che vi siano dei rappresentati che contribuiscono a formare la volontà generale della nazione.

Apparati

Video-lezione di sintesi

 

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