In questo articolo trattiamo dei fisici pluralisti, Empedocle ed Anassagora. La loro filosofia può essere concepita come il tentativo di conciliare il pensiero eleatico con quello eracliteo.
Indice
Caratteri generali
Secondo l’analisi storiografica effettuata da Aristotele nella Metafisica, i fisici pluralisti Empedocle ed Anassagora cercano una sintesi tra il pensiero di Eraclito ed il pensiero di Parmenide. Essi infatti accettano da Parmenide che il vero essere sia da pensarsi secondo i concetti di eternità e immutabilità. Parimenti, da Eraclito, essi accettano che le cose del mondo sono soggette ad un continuo divenire. La soluzione dei fisici pluralisti a questa dicotomia è la seguente: il mondo è costituito da unità immutabili (le radici di Empedocle o i semi di Anassagora) le quali unendosi tra loro o disgiungendosi originano e dissolvono le cose. In questo senso essi intesero i processi naturali come processi attraverso i quali nulla sorge o si distrugge davvero, ma tutto si trasforma.
Empedocle di Agrigento
La figura e le opere
Empedocle nacque ad Agrigento da una famiglia aristocratica o comunque ricca. Tuttavia egli si schierò a favore della democrazia, e ciò lo portò all’esilio, sino alla sua morte. Leggenda vuole che egli morì precipitandosi nell’Etna credendosi un dio immortale, mentre i suoi sostenitori arrivarono ad affermare che egli era asceso al cielo. Questo conferma l’alone mitico intorno alla persona di Empedocle, che oltre ad essere un filosofo, era considerato – e si considerava – allo stesso tempo un santone, un guaritore ed uno scienziato.
Egli fu l’ultimo autore di opere filosofiche in versi dopo Parmenide. Le opere pervenuteci sono Sulla Natura e il poema a carattere religioso Purificazioni.
La dottrina degli elementi
Riguardo al suo pensiero, Empedocle credeva che l’intero universo fosse composto da quattro elementi, o radici: fuoco, aria, acqua e terra. Tali elementi sono governati da forze tra loro opposte, Amore e Odio (o Contesa). Amore tende a unire tali elementi in un tutto indistinto, Odio vince tende a dividerli. Tali forze opposte concorrono alla produzione di un ciclo cosmico nel quale si alterna lo Sfero, ovvero la fase in cui domina Amore che crea un tutto indistinto, e Odio che separa. Queste forze non vanno intese attraverso connotazioni morali, ma come semplici forze cosmiche di attrazione e repulsione.
Come Anassagora anche Empedocle avanza una teoria evolutiva per spiegare la genesi delle specie.
Nelle Puriricazioni Empedocle sposa la dottrina orfico-pitagorica della metempsicosi. Egli stesso scrive di essere stato soggetto a varie reincarnazioni. Empedocle, inoltre, non faceva distinzione tra conoscenza sensibile e conoscenza intellettuale.
Anassagora di Clazomene e la dottrina delle radici
Anassagora (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C.) fu il primo pensatore ad introdurre la filosofia ad Atene, allora governata da Pericle. Fu l’autore di un’opera intitolata Sulla Natura. Aristotele scrive di lui1:
[Anassagora] sembrò il solo filosofo assennato, e, a suo paragone, i predecessori sembrarono gente che parla alla ventura.
Anassagora è noto per la teoria dei semi: i semi sono particelle piccolissime, invisibili ed infinitamente divisibili. Esse sono di qualità diverse, ovvero vi possono essere semi di oro, semi di osso, semi di legno, semi di pietra. Tuttavia, in ogni materia particolare (ad esempio nell’oro), vi sono anche tutti gli altri semi, sebbene in proporzione minore (ad esempio in un lingotto d’oro vi sarà maggioranza di semi d’oro, e, in minoranza, tutti gli altri semi). Ciò è confermato dai frammenti 1 e 6 di Anassagora:
Tutte le cose sono insieme.
Tutte le cose sono in ogni cosa.
Sembra plausibile che una tale teoria fosse stata suggerita da alcune osservazioni di tipo biologico: egli notò come ciò da cui gli esseri viventi traevano nutrimento diventava poi parte del corpo stesso dell’essere vivente. Ad esempio, la carne di cui ci si nutre diventa capelli, unghie e così via. Il movimento dei semi è guidato da una forza ordinatrice ed intelligente, il Nous.