In questo articolo trattiamo della Seconda Rivoluzione inglese, nota anche come Glorious Revolution (1688-1689). La conseguenza di questa rivoluzione è l’affermazione della centralità del Parlamento nella vita politica inglese insieme al ridimensionamento della velleità assolutistiche della monarchia.
Indice
Carlo II, la Dichiarazione di Indulgenza e i Test Act
L’esperienza della Prima Rivoluzione inglese – con la parentesi repubblicana – si era conclusa, per certi versi, con un nulla di fatto e la restaurazione della monarchia della dinastia Stuart.
Prova ne è che Carlo II, accomunato con il padre Carlo I per la tendenza assolutistica, nel 1672 emana la Dichiarazione di Indulgenza, la quale prevede che i cattolici possano nuovamente ricoprire cariche pubbliche.
La risposta del Parlamento è costituita dall’emanazione di due provvedimenti:
- il primo Test Act (1678), in base al quale i cattolici erano esclusi da tutte le cariche civili e militari;
- il secondo Test Act (1685), in base al quale ai cattolici si vieta di poter ricoprire cariche parlamentari.
Il Parlamento tra whig e tory
Il timore che Giacomo II Stuart potesse subentrare a a Carlo II nel 1685 ed inaugurare una nuova stagione di assolutismo filocattolico si insidia nel Parlamento che si divide in due fazioni:
- I whig1: sono gli esponenti di questo timore e vogliono evitare che Giacomo II diventi re. I whig sono per la
maggior parte protestanti. - I tory2: conservatori e lealisti, approvano la possibile ascesa al trono di Giacomo II.
La fondatezza dei timori dei whig
Giacomo II, nonostante la posizione dei whig, diventa re. Le sue immediate iniziative politiche confermano i timori dei whig. Il sovrano di fa promotore di una seconda Dichiarazione di indulgenza (1687) il cui contenuto, in pratica, abolisce i precedenti Test Act. La proposta di questa nuova Dichiarazione di Indulgenza viene bocciata dal Parlamento e Giacomo II, come Carlo I prima di lui, scioglie il Parlamento.
La Glorious Revolution
Questa decisione scatena l’ira dell’intero Parlamento e i capi tory e whig invitano Guglielmo III D’Orange, lo Statolder3 olandese e genero protestante di Giacomo II, all’intervento. Guglielmo accetta l’invito e, a capo di un esercito, senza colpo ferire, sbarca in Inghilterra mentre giacomo Giacomo II si dà alla fuga in Irlanda (novembre 1688).
Proprio per l’assenza di conflitti e battaglie, questo avvicendamento ai vertici dell’Inghilterra viene definito dalla storiografia rivoluzione gloriosa o pacifica.
Qualche mese più tardi (febbraio 1689), il parlamentari, offrendogli la corona, presentano a Guglielmo il Bill of Rights, con il quale essi vogliono sigillare la centralità del Parlamento nella vita politica dell’Inghilterra.
La coda sanguinosa della rivoluzione pacifica
Nel 1689, mentre Giacomo II era fuggito in Irlanda, ivi scoppia una ribellione anti-inglese. Giacomo II cerca di sfruttare la situazione a proprio vantaggio, cercando di battere le truppe di Guglielmo D’Orange, che tuttavia sconfiggono gli irlandesi nel luglio del 1690 a presso il fiume Boynes.
Il rafforzamento del Parlamento inglese tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento
In questa nuova situazione politica favorevole il Parlamento, vara negli anni successivi una serie di provvedimenti:
- 1689 – Toleration Act: viene riconosciuto legittimo il culto protestante da un lato, mentre dall’altro si riaffermano le limitazioni per i sudditi cattolici già contenute nei due Test Act;
- 1694 – Triennal Act4: la durata di ogni legislatura è di tre anni;
- 1695 – Licensing Act: con il quale si limita l’attività censoria in favore della libertà di stampa.
- 1701 – Act of Settlement: si vieta che possa salire al trono un sovrano cattolico, in particolare riferimento a Giacomo Edoardo Stuart, figlio di Giacomo II. Alla morte di Guglielmo III la corona andrà alla consorte Anna Stuart (1702).
- 1707 – Acts of Union: nascita ufficiale della Gran Bretagna, un unico regno costituito da Inghilterra, Galles e Scozia.